Recensione "Senza più nome - Elisabetta Barbara De Sanctis"

by - sabato, settembre 24, 2016

Buongiorno, gioie dello scrigno.
Non esiste weekend senza almeno una nostra recensione.
Oggi Francesca ci parlerà del nuovo romanzo di Elisabetta Barbara De Sanctis.
Buona lettura...



Martina ha sedici anni e combatte contro un passato pieno di mostri, ma basta poco perché quanto ha rimosso torni a galla, con i ricordi delle violenze e degli abusi e tutto il suo carico di dolore. Quando la sua vita sembra arrivare al capolinea, decide di provare a vivere inseguendo il suo sogno di libertà: una moto e una strada su cui correre, veloce come il vento. Un viaggio che, tappa dopo tappa, la aiuterà a prendere coscienza di ciò che le ha segnato l'anima. Un viaggio per trovare se stessa. Un viaggio per ricominciare. 

Le vicende narrate nel libro sono di pura fantasia, ma l’intensità e la drammaticità di alcuni passaggi lo rendono non adatto a un pubblico sensibile e facilmente impressionabile.



Sono una lettrice di romanzi rosa, adoro il rosa. Persino il colore è il mio preferito. Quindi amo le storie d’amore. Ho scelto di leggere questo libro per mettermi alla prova, per sperimentare, per andare oltre le mie aspettative e provare a dare una chance ad un genere che si discosta dal mio. Per una volta il mio istinto aveva ragione. Mi sono immersa in questa lettura sin da subito. La scrittrice avvisa i lettori che questa è un’opera di fantasia, ma le vicende narrate sono così dettagliate, i sentimenti dei protagonisti così vividi, le scene così crude e senza veli protettivi che ti senti a contatto con i personaggi ed entri nella narrazione fino a piangere, disperarti e soffrire con i protagonisti. Sono drammatica? No! Perché credetemi quando vi dico che questo non è un libro per i deboli di cuore. State cercando una storiella d’amore dove le emozioni sono ovattate e gli occhi a cuoricino? Questa non è una lettura che fa al caso vostro. State, al contrario, cercando una lettura che vi rapisce, vi emoziona, vi squarcia il cuore rendendolo una poltiglia, stritolandolo per poi mollare la prese per farvi riprendere fiato una volta arrivati ai ringraziamenti. Questa è la lettura perfetta. 

Martina non è come tutte le ragazzine sedicenni, il suo passato l’ha decodificata. Martoriata nello spirito e nel corpo, ora lei è una sopravvissuta, e cerca di aggrapparsi alla vita con le unghie e con i denti. Quella stessa vita che le ha giocato un brutto tiro privandola dell’infanzia e dell’innocenza legata a questa età. Scappata dai suoi aguzzini all’età di 12 anni cerca di cancellare l’orrore dei sette anni trascorsi in prigionia. Ma i mostri sono sempre pronti a martoriare le sue carni e trascinarla nell’oscurità. Ma Martina è forte, più forte di quanto crede di essere. Combatte per riavere la sua vita:

«Avevo combattuto contro i miei demoni, da sola. Non avevo vinto; ci sono guerre che nessuno può vincere»

Accanto a Martina troviamo sua mamma, Lorena. Una donna combattiva, audace che non si da per vinta durante i sette lunghissimi anni di prigionia di sua figlia, continuando a cercarla con la convinzione di ritrovarla viva. E alla fine vince lei. Ma crolla davanti all’orrore che la figlia ha dovuto subire. Cerca di aggrapparsi alla speranza che Martina può ancora ricominciare una vita nomale, e come ogni mamma sarà proprio lei, insieme ad un’altra ragazza a guarire le ferite dell’anima della figlia.

«Pregai che la mia vita potesse finire lì, in quel preciso istante: la mia misera, inutile vita in cambio di quella della mia bambina»

Solo grazie alle parole di Lorena si capisce l’angoscia e la rabbia che una mamma può provare davanti al dolore della propria figlia. 
Ruotano intorno a Martina e sua mamma dei personaggi straordinari, come la dottoressa che la tiene in cura. Una psichiatra dai metodi non convenzionali che riuscirà ad aprire una crepa di fronte al muro che la protagonista ha eretto nei confronti degli altri. Saverio, l’angelo che ha ritrovato Martina il giorno della sua fuga e che va trovarla di tanto in tanto portandola momentaneamente lontano dai mostri.
Un romanzo intenso, forte, d’impatto che lascia nel lettore un mix di sensazioni ed emozioni grazie alla scrittura fluida, precisa e senza inibizioni né freni dell’autrice. 
Ma non sempre un cuore reso arido, come quello di Martina, non riesce a provare amore. 
Finale piacevolmente sorprendente. Dove sarà proprio l’amore a trionfare, grazie a due occhi che rifletteranno tutte le stelle dell’universo.
Questa è la storia di Martina, senza fronzoli, smancerie, baci sdolcinati e quant’altro. Ma riuscirà a catturarvi e travolgervi come la forza di un uragano. E senza che ve ne accorgiate vi entrerà sotto pelle lasciando un segno profondo nel vostro cuore.
Grazie a questo romanzo ho conosciuto una nuova autrice self, dalle tinte forti e dalla scrittura cristallina che mi porterà a leggere altri suoi romanzi.



Voto: 4 stelle su 5
Alla prossima lettura, Francesca.

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