RECENSIONE: Un normale giorno di paura di Adam Croft

by - venerdì, settembre 20, 2019

Buongiorno lettori,
oggi la nostra Manuela ci parla di un thriller uscito ieri con la Newton Compton. Si tratta di Un normale giorno di paura di Adam Croft.


TITOLO: Un normale giorno di paura
AUTORE: Adam Croft
EDITORE: Newton Compton
GENERE: Thriller
PREZZO: ebook 2.99/ cartaceo 10.20


La vita di Nick Connor è apparentemente perfetta: ha una bella famiglia e si dedica alla scrittura, lavorando da casa. Tasha, sua moglie, ha un lavoro prestigioso e spesso è fuori. In sua assenza è lui che si occupa di Ellie, la figlia di cinque anni, che ama profondamente. Ma l’equilibrio rischia di essere minacciato da alcuni segreti del passato destinati a riemergere: a causa di una leggerezza di Nick, infatti, Ellie scompare nel nulla. In un istante è come se il mondo gli crollasse addosso. Ma il peggio per lui deve ancora arrivare. Mentre cerca di capire che cosa possa essere successo, riceve un drammatico messaggio: se vuole riavere sua figlia sana e salva, dovrà uccidere sua moglie. La vita della persona che ama di più al mondo è in pericolo e Nick deve decidere in fretta che cosa fare. Non ha molto tempo per stabilire chi, tra sua moglie e sua figlia, potrà sopravvivere…



Arriva in Italia con Newton un nuovo autore inglese che scrive principalmente thriller e che in patria sta riscuotendo molto successo, andiamo a conoscere meglio Adam Croft.

Nick Connor è uno scrittore in crisi creativa, mammo suo malgrado a tempo pieno, una moglie, Tasha, troppo occupata a fare carriera e a portare a casa lo stipendio per preoccuparsi di crescere la piccola Ellie. Nick sa che le cose con la moglie non vanno benissimo, lei lo accusa di essere poco affidabile e per il momento non sta contribuendo a mantenere la famiglia, cosa che Nick non può controbattere.

Un mattino dopo una levataccia all'alba, Tasha va al lavoro come al solito, lascia marito e figlia in cucina ignara che la loro vita sta per cambiare per sempre. Nick e la bambina sono in ritardo per andare all'asilo nonostante siano svegli da ore, ma Ellie insiste per recuperare a casa un disegno per la maestra, Nick torna in casa per qualche minuto lasciando la figlia da sola in macchina e al ritorno la bimba è scomparsa.

Da quel momento per Nick sarà un incubo senza fine, i sensi di colpa si sommano al disappunto della moglie e all'insistenza della polizia a sospettare che qualcosa non sia chiaro. Nick viene presto contattato da una donna misteriosa che afferma di avere in ostaggio la bambina e che gli fa sapere che se lui vuole avere indietro la figlia dovrà uccidere la moglie. L'uomo è combattuto, cerca di trovare una soluzione alternativa per ritrovare la figlia, nasconde alla polizia che è in contatto con la rapitrice e mentre la polizia brancola nel buio il vicino smentisce il suo alibi, la moglie lo accusa di essere irresponsabile, la detective sospetta di lui a causa di un episodio del suo passato e più passa il tempo più le cose gli sfuggono di mano.

“Al pensiero, quasi scoppio a ridere. Sto davvero pensando di assoldare un assassino per uccidere mia moglie, neanche fossi il nuovo Al Capone. Se voglio cercarlo sulle pagine gialle, devo guardare sotto la S di sicario o sotto la A di assassino?” 

I due protagonisti principali li ho trovati ben caratterizzati anche se non ci sono descrizioni fisiche particolari o un'indicazione sulla loro età. Ma considerato il contesto non sono informazioni importanti per capire la dinamica che si crea nella famiglia dal momento della scomparsa di Ellie. La voce narrante in terza persona vorrebbe essere alternata ma spesso siamo nella testa di Nick più che in quella di Tasha. Nick è un personaggio che si fa voler bene nonostante faccia molti errori nella storia, non è il massimo dell'affidabilità e forse ha un po' la tendenza a prendere le cose con troppa leggerezza, almeno all'apparenza. Tasha è l'elemento concreto, vuole fare carriera, le piace molto il suo lavoro e riconosce che è grazie al suo stipendio che la famiglia va avanti. Nick è uno scrittore in crisi e non sta minimamente contribuendo al bilancio famigliare, per Tasha è anche un padre vanesio tanto che costringe marito e figlia a levatacce all'alba per fare in modo che il marito abbia solo il compito di portare Ellie a scuola. Nel momento in cui la bambina scompare e lei torna a casa, è un susseguirsi di accuse al marito, devo ammettere che questa parte non mi ha fatto impazzire. Tasha ci viene presentata come una donna un po' troppo assente a casa, dedita al lavoro e poco interessata a passare del tempo con la figlia, Nick sarà un po' svampito ma lei non ci fa sempre una gran figura ma nonostante questo ho apprezzato che anche Tasha alla fine dimostri di avere dei sentimenti.

“Le sue parole mi gettano in un labirinto di confusione. L’invadenza dei media? La sorveglianza allentata? Sospetti su Nick? La parte razionale del cervello mi dice che la detective sta cercando di mettermi pressione per strapparmi una qualche confessione, e so che non dovrebbe farlo, ma è venuta qui da sola e mi ha colto alla sprovvista. ” 

Non posso dire molto altro della trama, perché non voglio rovinarvi il piacere della lettura e di scoprire un capitolo dopo l'altro, l'intreccio che l'autore ha sviluppato con maestria e dovizia di particolari, riuscendo a rimanere non scontato ne banale, anche nella soluzione del “caso”.

Questo primo lavoro di Adam Croft mi è piaciuto molto, non si è perso in lunghe e dettagliate descrizioni risultando prolisso ma anzi ha cercato di coinvolgere il lettore inserendo qualche flashback utile alla storia. I capitoli sono scritti con ritmo incalzante, una storia intrigante che si legge in una manciata di ore. Uno stile pulito e diretto, forse un punto a sfavore è la narrazione poco alternata, capisco che è più interessante il personaggio di Nick ma forse qualche capitolo in più di Tasha mi sarebbe comunque piaciuto.

4.5 stelle su 5
Alla prossima,
Manuela.

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