Segnalazione "Divinity (cronache divine vol.1) - S. Marty"

by - giovedì, settembre 22, 2016

Buon pomeriggio, gioie dello scrigno.
Sono qui per segnalarvi il romanzo di S. Marty; un fantasy, a mio parere, davvero molto interessante.
Scopriamolo insieme...



Titolo: Divinity

Autore: S. Marty

Editore: Self

Serie: Cronache divine #1

Pagine: 152

Prezzo: 0,99 (eBook) 10,40 (cartaceo)

Erin è la dea più giovane dell'Olimpo, nata per essere l'erede di Zeus. 
Follemente innamorata del dio della guerra Ares, cercherà di conquistarlo senza tuttavia ottenere nulla. 
Quando crede di essere a una possibile svolta, qualcuno la blocca sulla terra precludendole la possibilità di tornare a casa. 
Qui conoscerà l'amore umano, ma anche la morte. L'unico modo per tornare è trovare colui che tutto può, colui che in un'altra vita avrebbe potuto amare.
Riuscirà la nostra Erin a far ritorno sull'Olimpo?



L'autrice ha voluto donarci alcuni estratti...

ESTRATTO N°1

[...] Lui avanzò e nuovamente mi schiacciai contro la parete, non ero pronta, o meglio lo ero, ma non con uno sconosciuto.
Per quanto quel corpo ricordasse quello di un dio, per quanto potessi immaginare che fosse Ares, per via del suo vestiario, quello non era colui che volevo, ma avrebbe preso da me la sua ricompensa e se ne sarebbe andato senza curarsi di niente.
Ma non sarebbe andata così.
Con forza strinsi il pugnale e il guerriero si abbassò sul mio giaciglio di piume, venendomi in contro, senza nemmeno levarsi l'elmo.
Quando fu vicino, ebbi un brivido, quel corpo emanava una forza quasi inumana, e un calore così forte, che mi sentii ardere.
L'uomo avanzò a gattoni con la sicurezza di un felino, che punta la sua preda.
Sbarrai gli occhi senza riuscire a distogliere lo sguardo da quel corpo che si tendeva verso di me.
Mi afferrò per le gambe ruotandomi verso di lui, così che lo guardassi.
Senza preavviso le divaricò di getto e io trattenni quasi un grido.
Non mi fece male ma avevo una paura folle, non volevo quell'uomo.
Ma anche se l'avessi implorato, non avrebbe desistito nel suo intento.
Non avevo nemmeno i miei poteri, un’idea di mia madre.
Sarei potuta scappare, così mio padre me li aveva bloccati temporaneamente.
Strinsi i denti, pensando che il momento opportuno era vicino e avrei estratto il pugnale.
Lui mi guardò dietro l'elmo e posò una mano sul mio piede.
Fu una sensazione strana, sentii la sua pelle lisca e calda, un sensazione così confortevole.
Iniziò a passare un dito sul dorso, non fu rude ma era quasi come una dolce carezza, che si spostò salendo per la gamba arrivando fino al ginocchio.
A quel punto spostò la veste, denudandomi fino all'inguine, che rimase ancora celato da un velo di seta bianca.
Avanzò ancora con il viso, posizionandosi con il busto tra le mie gambe.
Quello era il momento giusto e senza pensarci, estrassi il pugnale e glielo puntai alla gola.
«Non costringermi ad usarlo» lo minacciai con un filo di voce.
Non fece niente, abbassò solo il capo guardando il coltello, poi risollevò la testa e sembrò guardarmi, dritta negli occhi, che erano celati da un velo nero dietro l'elmo.
Deglutii a fatica, mentre lui con una mano si levò la parte inferiore dell'elmo, rivelando una bocca spettacolare.
Aveva un che di famigliare quella bocca, specialmente quando si tese nel mezzo sorriso che vidi.
Contro ogni mia aspettativa si sporse contro la punta del pugnale, incurante di farsi male, per posare quel sorriso sulle mie labbra.
Il bacio fu dolce e rimasi di sasso.
Il mio primo bacio me lo stava dando un uomo che non conoscevo, mentre gli puntavo un pugnale alla gola.
Non reagii rimasi paralizzata mentre quel bacio divenne una dolce carezza, come se stesse cercando di mettermi a mio agio.
In un qualche strano modo, lo fece, ma nonostante tutto non lasciai la presa sul coltello.
Piano i movimenti della sua bocca divennero sempre più profondi e intensi, facendomi ansimare.
La mia mano tremò e lui prese il pugnale, strappandomelo e gettandolo in un angolo della grotta.
Ormai ero persa, non avrei più potuto fare niente, avrei lasciato che quell'uomo mi prendesse e se ne andasse e tutto sarebbe finito nel giro di pochi minuti.
Quando lui si spostò dalla mia bocca avevo le guance in fiamme e il respiro affannoso.
Le sue labbra erano socchiuse, come se anche lui stesse riprendendo fiato.
Erano così dannatamente eccitanti, calde e bagnate.
Avrei voluto altri baci, ma lui era lì per ben altro che coccolarmi.[...]



ESTRATTO N°2

«Cosa devo fare?» gli chiesi tra le lacrime.
Ma lui non mi rispose, si limitò a baciarmi.
Fu il primo bacio che ricevetti da qualcuno, dopo il rito. Mi strinse a sé, continuando a baciarmi.
Rimasi di sasso, non l'aveva mai fatto.
Poco dopo si staccò e appoggiò la sua fronte alla mia.
«Resta con me» mi disse in un sussurro.
Io spalancai gli occhi.
«Resta con me. Abbandona quest'intento e resta con me e basta. Mi prenderò cura io di te. Almeno fino a quando avrò fiato in corpo.» Non dissi niente al momento.
«Freya, come posso stare con te?»
«Diventa la mia compagna» disse di getto.
«Cosa?» risposi sconcertata.
Scossi il capo, come potevo diventare la sua compagna.
«Freya lo sai che...» ma lui non mi lasciò finire.
«Lo so che il tuo cuore muore per Ares. Come potrei spodestare un dio?» disse amaramente. «Ma in questo mese ho visto come mi guardavi. Lo so che c'è qualcosa. So che provi qualcosa, l'ho visto e sentito. Non puoi negarlo.»
Lo guardai in quegli occhi determinati.
Era vero, qualcosa c'era ma non sapevo dargli un nome.
Lo guardai non sapendo che dire.
«Non mi importa se non è come quello che senti per lui. Ti voglio con me Erin, voglio che tu stia con me e basta, qualsiasi cosa tu possa darmi mi basterà.»
Mi morsi un labbro.
«Sei stato nominato per andare in battaglia con la tua legione, io non posso venire con te» dissi piano.
«Tanti generali si portano le proprie mogli sul campo. Saremmo comunque nelle retro vie, non dovrai stare per forza nella tenda, puoi sempre travestirti da uomo e venire con me» mi suggerì euforico.
«Mi sembra una cosa assurda» dissi scuotendo la testa.
«Te ne prego! non ho mai implorato nessuno in vita mia, ma credo che mi si spaccherà il cuore se non vieni con me.»
Era davvero così preso da me? Mai nessuno mi aveva dimostrato tanto.
«Non so che dire. Non voglio vederti soffrite, perché magari non ricambierò mai quello che senti per me» dissi tristemente.
«Già il fatto che tu possa pensare che potrebbe esserci qualcosa mi basta. Sarò felice di qualsiasi cosa tu possa o voglia darmi o concedermi, credimi.»
Mi strinse a sé mettendo la fronte contro la mia. Lo sentii trattenere il respiro e chiudere gli occhi.
«Dimmi di sì, Erin! Dimmi di sì.» Sussurrando si spostò dalla mia fonte e mi baciò nuovamente, questa volta più intensamente.
Mi scansai di poco.
«Ne sei sicuro?» chiesi prendendo fiato.
«Sì, mai stato più sicuro di qualcosa. E poi, se non stai con me finiresti nei guai ogni secondo.»
Che razza di presuntuoso, ma sorrisi.
«Lo prendo come un sì quel sorriso?» chiese esitante.
«Io...va bene.»
Il suo viso da triste divenne euforico, esaltato, era la felicità fatta a persona, tanto che mi sollevò da terra, prendendomi per la vita e baciandomi ancora, mentre mi domandavo se stavo facendo la scelta giusta. 


A presto con la recensione!

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