Recensione: Aria di neve di Serena Venditto

by - lunedì, maggio 21, 2018

Buon Lunedì lettori! Iniziamo questa giornata con la recensione di Vittoria al romanzo Aria di neve edito dalla Mondadori Libri.


Ariel è una ragazza italo-americana che ha girato mezzo mondo e ora vive nell'adorata Napoli. Lavora come traduttrice di romanzi rosa dai titoli immancabilmente profumati di agrumi e, dopo quattro anni di fidanzamento e due di convivenza, è appena stata lasciata da Andrea, l'uomo perfetto, ispettore di polizia e compagno dolce e premuroso. In lei si aggrovigliano sconforto, delusione, rabbia, ma soprattutto la fastidiosa sensazione di vivere in una di quelle storie melense e scontate che le consentono di pagare l'affitto.
È necessaria una svolta, qualcosa di tanto imprevisto quanto atteso. E così, facendosi coraggio, Ariel si mette alla ricerca di un luogo dove ricominciare da zero. Presto si imbatte nel coloratissimo e disordinato appartamento di via Atri, dove vivono altri tre ragazzi: Malù, sagace archeologa con una passione per i romanzi gialli, Samuel, rappresentante di articoli per gelaterie di origini sardo-nigeriane, e Kobe, talentuoso quanto sgrammaticato pianista giapponese. Un terzetto strambo e caotico cui si aggiunge la presenza fissa di Mycroft, uno stupendo gatto nero dagli occhi verdi che, coi suoi eloquenti miagolii, non ha bisogno della parola per farsi capire alla perfezione.
Ariel si sente subito a casa, e tra una chiacchiera in cucina, un concerto e una passeggiata in una Napoli infuocata di sole, le cose per lei riprendono a girare per il verso giusto, al punto che dimenticare Andrea sembra quasi possibile. Ma proprio allora un evento tragico che si consuma molto vicino ai coinquilini rimetterà tutto in gioco e sconvolgerà il microclima di via Atri. Un suicidio vagamente sospetto o un vero e proprio delitto della camera chiusa? Le "celluline grigie" di Malù non potranno che essere stuzzicate da questa sfida e l'archeologa-detective coinvolgerà tutto il gruppo nelle indagini, cui parteciperà anche Mycroft dando sfoggio della sua sottile, felina intelligenza.
Con penna lieve e ironica, Serena Venditto costruisce una commedia in giallo fitta di omaggi letterari e abitata da personaggi irresistibili, tra i quali spicca il profilo sinuoso e sornione di un gatto destinato a entrare nella Hall of Fame dei suoi illuminati simili.




Ariel Hamilton, traduttrice italo-americana di romanzi rosa, viene lasciata improvvisamente dal suo fidanzato di lunga data Andrea con un biglietto.

Guardavo quel biglietto seduta al tavolo della mia cucina. Guardavo, leggevo, ma non capivo. O almeno non volevo ancora capire. Più lo rileggevo, più mi sembrava una circostanza irreale, di quelle che si verificano nei libri, o nei film, e nemmeno quelli di grande spessore, una situazione che neppure in una sit-com di terz’ordine o in un’insulsa commedia rosa […].

Rimasta sola in una casa che non sente più sua e che trova troppo grande e silenziosa per lei, decide di cogliere al volo l’occasione che le viene offerta dall’amica Laura di condividere un appartamento nel centro di Napoli con altri tre ragazzi. Ariel si trasferisce così in via Atri 36 e inizia a convivere con Malù, un’archeologa appassionata di libri gialli dotata di un intuito formidabile, Kobe, un pianista giapponese che trascorre la maggior parte del tempo a litigare con la fidanzata con cui ha una relazione a distanza, e Samuel, un affascinante rappresentante sardo-nigeriano di articoli per gelaterie. Insieme a loro vive Mycroft, il gatto nero di Malù e mascotte della casa, che sembra quasi capace di parlare e di ragionare come un umano. Quando tutto sembra andare bene, l’amicizia tra i coinquilini è salda e tra Ariel e Samuel sembra che stia per nascere qualcosa, nel condominio avviene un suicidio molto sospetto. Teresa, una vicina di casa dei ragazzi e musicista originaria del Centroamerica, viene trovata impiccata a casa sua.

Teresa si era ammazzata, o forse qualcun altro l’aveva fatto per poi inscenare il suicidio. Anche senza le sottili deduzioni di Malù in fondo sentivo che doveva essere quella la verità. Teresa era una donna luminosa, solare, che irradiava gioia di vivere e allegria. Suicidarsi per un uomo era un’idea che non poteva appartenere alla sua personalità. Ma allora chi era stato, chi?

Ariel e Malù, fermamente convinte che la donna non si sia suicidata ma sia stata uccisa, aiutate da Mycroft indagheranno caparbiamente alla ricerca della verità e dell’assassino.


Aria di neve è un mix ben riuscito di giallo e romance. È una lettura molto piacevole, caratterizzata da un’ironia travolgente, ricca di personaggi diversi tra loro ma ad ogni modo interessanti. Trovo che il libro sia ben scritto e che il linguaggio semplice ma ricercato dell’autrice contribuisca notevolmente alla riuscita del romanzo. Nonostante Ariel sia la protagonista del libro, i personaggi che fungono da corollario sono abilmente caratterizzati; non si sfocia mai nella caricatura. Questo romanzo merita di essere letto e mi auguro che l’autrice ne scriva presto il seguito!



4 stelle su 5


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