REVIEW PARTY: Amabile inferno di Eleonora Fasolino

by - martedì, novembre 06, 2018

Buongiorno lettori, oggi la nostra Valentina ci parla di Amabile inferno, il romanzo di Eleonora Fasolino.


TITOLO: Amabile Inferno 

AUTORE: Eleonora Fasolino 



Roma, Anno del Signore esamidimaturità.

Melania Santacroce ha diciotto anni, un gusto eccentrico in fatto di vestiti e i capelli tinti di viola. Afferma di portare una terza scarsa di seno più per ottimismo che per amore della realtà e, quando non si allontana dal mondo per comporre poesie distratte, si interroga sull’efficacia delle taglie dei jeans, su Lord Byron e sulla dubbia puntualità dei mezzi di trasporto capitolini. 
Sebbene alta e non proprio esile, a volte teme di risultare impercettibile, ma a salvarla dalla banalità del quotidiano sono le uscite al vetriolo che di tanto in tanto ama diffondere con nonchalance.
Non è proprio sicura di credere in Dio, ma frequenta una scuola privata di stampo cattolico.
Non ama tradurre il greco, ma si accinge ad affrontare l’ultimo anno di liceo classico.
Non si è mai innamorata, ma alla fine è arrivato Manfredi Vergara: suo professore e uomo impegnato in una relazione complicata con Dio.
Perché Manfredi è un prete.
E Melania, che non ha mai assaporato la tentazione, si trasformerà in quella più pericolosa per un uomo che non appartiene nemmeno a se stesso.
O forse nel suo amabile inferno.


Scrivere questa recensione non sarà facile, poiché la lettura di questo romanzo mi ha suscitato così tante emozioni che incanalarle in poche righe non sarà affatto semplice, ma partiamo dal principio.

In questa storia troviamo Melania, una studentessa diciottenne frequentante l’ultimo anno del liceo classico “San Carlo” di Roma; come ogni ragazzina che si rispetti, Melania sta affrontando la fine del suo percorso scolastico con le caratteristiche insicurezze sul proprio aspetto fisico, le voglie di ribellione e di evasione da quello che la società impone. La sua evasione per eccellenza è la poesia, la lettura e come luogo di fuga sì rifugia in libreria, trascorrendo del tempo tra mille fogli di carta stampata dove può decidere di essere chi vuole.

Dall’altra parte abbiamo Manfredi, un bellissimo, giovane affascinante prete / professore di Greco e Italiano al liceo “San Carlo”. Manfredi è stato il mio cruccio per tutta la lettura del libro; questo giovane uomo, decide di votarsi a Dio per espiare le proprie colpe in seguito al lutto del fratello, e di donargli la sua vita, il suo amore, la sua intera esistenza.


“Manfredi credeva in Dio. Melania nella parola. Ma siccome Dio si era fatto verbo, Melania sospettava anche di credere un po’ in Dio”.


Purtroppo Manfredi pensava di vivere la sua vita votata interamente alla fede e a Dio, ma non ha fatto bene i conti: l’incontro con Melania gli sconvolgerà totalmente la vita, lei sarà per lui quella ventata di felicità che per più di dieci anni si è negato.

Come anticipato nelle prime righe, leggere questo romanzo è stato davvero tosto, inizialmente ho nutrito dei dubbi sulla descrizione della relazione tra un prete ed una ragazzina di diciotto anni, ma più andavo avanti con la lettura, più mi dimenticavo che Manfredi fosse un prete, ma solamente il professore di Melania più grande di lei, ma pur sempre un uomo tra virgolette libero.




“Non c’era stato spazio per il senso di colpa in mezzo a tutta quella serie di vergogne che rispondevano al nome di felicità”


La relazione tra Melania e Manfredi mi ha fatto venire le farfalle allo stomaco come se le vivessi in prima persona, ho rivissuto tutte le emozioni che ho percepito nei miei primi appuntamenti da ragazzina. In tutto il libro c’è un’alternanza tra ciò che è giusto e ciò che è peccaminoso e sbagliato, perché nonostante la ragione ti dica che questa relazione non sa da fare, non si può evitare, perché in fondo Melania e Manfredi si appartengono malgrado tutto, a dispetto della differenza d’età, del fatto che lui è il suo professore, ma soprattutto che Manfredi ha giurato fedeltà a Dio.

Questo romanzo lo considero come una matrioska, perché al suo interno non si narrano solo le vicende dei personaggi descritti precedentemente, ma anche di altre due figure altrettanto importanti, Fabrizio e Virginia. Spesso per comprendere alcuni passaggi l’autrice ha utilizzato dei flash back in modo da poter spiegare certe dinamiche, che diversamente sarebbe stato difficile rendere chiaro, e devo dire che mi è piaciuto molto questo stile di scrittura.



“Tu non mi piaci Melania. Tu sei tutto ciò che non speravo di vivere più. Tu sei ciò che mi ha risvegliato, un segreto bellissimo e pericoloso, ma assolutamente perfetto per me.”



Infine, ho riscontrato dei refusi e degli errorini sia grammaticali che di sintassi, ma nulla che non si possa correggere, d’altronde ero già preparata a questo, in quando la versione che mi è stata gentilmente data credo risulti una bozza.

Come ultimissima cosa, vorrei fare i miei più sentiti complimenti all’autrice, in quanto ha trattato non uno, ma più temi delicati e sensibili, descritti con maestria e con un linguaggio impeccabile.

Spero vivamente in un continuo di questo romanzo, in quanto il finale mi ha lasciamo l’amaro in bocca… gridava to be continued…

5 stelle su 5

Alla prossima,
Vale!


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