Recensione: Viking Chronicles: L'ascesa di Andretta Baldanza

by - mercoledì, luglio 11, 2018

Lettori, la nostra Kei vi aveva promesso anche la seconda recensione della duologia Viking Chroncles ed eccola qua. Buona lettura.




La fine della storia.
Hindalvisk, X secolo dC.
Eric ed Alyssa dopo un inizio tormentato sono finalmente riusciti a vivere pienamente il loro reciproco amore, e tutto sembra andare per il meglio. Ma la guerra incombe. Un inaspettato ed imprevisto attacco dei guerrieri di Krelt interrompe la sacralità della festa di Mezzo Inverno e le vite dei nostri protagonisti vengono sconvolte dalla serie di avvenimenti scatenati da questo evento. Fra tradimenti, assassinii, missioni diplomatiche e gelosie, riusciranno Eric, Alyssa ed i loro fedeli compagni a difendere il villaggio, preservare il trono dall’usurpazione e non perdersi lungo il cammino?

Contiene scene sessualmente esplicite




Se ricordate l’estate scorsa, senz’altro non avrete dimenticato le ondate di calore che hanno reso i mesi di luglio e agosto davvero torridi e invivibili. Anche se diversi dei nostri lettori saranno senz’altro felici del clima soleggiato e ben più mite di questo 2018, sono certa che ce ne saranno altrettanti che apprezzerebbero un bel tuffo in atmosfere più fresche e avventurose. Ebbene, ricordate la saga di Viking Chronicles, nata dalla penna di Andretta Baldanza? Vi avevo promesso una recensione sul secondo e ultimo volume della duologia, ed eccomi qui: senz’altro indugio, vi porterò alla scoperta de L’Ascesa, conclusione della storia del coraggioso Eric Tjellsen e della bella e caparbia Alyssa, protagonisti di questa saga.


«Io qui dinnanzi giuro fedeltà e rendo omaggio alla Corona di questo regno. Giuro di difendere il Trono da ogni nemico a costo della mia vita, e di essere obbediente al mio Signore e capitano in battaglia. Giuro di mettere la spada che sto per ricevere al servizio del mio popolo e del mio Re. Se mai verrò meno a tali giuramenti, chiedo solennemente e prego che la sacra lama al mio fianco venga bagnata col sangue del mio petto.» 


Hindalvisk torna ad essere teatro dell’azione di questo seguito, e devo dire che ritornare ad immergermi nelle atmosfere fredde e nebbiose evocate dall’autrice è stato molto, molto piacevole. Andretta si riconferma abilissima nell’insufflare un alito vitale nel mondo che dipinge con il suo stile di scrittura, fresco e ben curato. Facciamo un passo indietro per ricapitolare: nel primo libro della saga abbiamo seguito l’intrecciarsi di un legame combattuto e sempre più intenso tra il possente Urlo di Thor, guerriero e intagliatore, e la giovane guaritrice catturata a Krelt. Grazie all’aiuto di Eric, che ha messo a disposizione la sua forza e le sue capacità, Alyssa è riuscita a istituire un luogo di cura dove occuparsi dei malato, l’hospitale. Qui, accompagnata dalla giovanissima Viki, la donna ha messo a disposizione le proprie doti di guaritrice a chiunque necessiti aiuto medico. Qualcuno, tuttavia, non ha mai smesso di tramare nell’ombra… e non sarà certo la vigilia di Mezzo Inverno a frenare i complotti e gli intrighi di corte. Il secondo libro si apre con le celebrazioni di questa festività. Ancora una volta, la cultura del popolo di Eric prende vita tra le pagine del libro: il primo capitolo si apre nientemeno che con il giuramento di fedeltà dei nuovi guerrieri di Hindalvisk, ma i guai sono appena dietro l’angolo.


Devo dire di aver apprezzato molto di più questo secondo libro rispetto al primo, un po’ perché mi ero già affezionata ai personaggi nel precedente, un po’ perché il ritmo è davvero travolgente. Come già in passato, le voci dei personaggi cominciano a narrare i rispettivi filoni di trama con una serie di POV alternati. Oltre ad Eric e Alyssa, nonché alla già conosciuta e apprezzata Viki, si uniscono anche un paio di personaggi che hanno da dire la loro. Ogni voce è estremamente limpida e apprezzabile proprio perché rende tridimensionale, vero e palpabile ciascun “attore” che calca la scena di questo romance storico — anche quel perverso di Gunther, sì. Credo che la mia preferenza in questo frangente sia andata a Viki ed Elof, non potevo davvero fare a meno di tifare per loro. Il legame tra Eric e Alyssa, tuttavia, rimane il cuore pulsante del romanzo. Come dice la premessa del libro, questa è la storia di come un uomo diventò re, e della donna che lo ispirò: non potrebbe esserci frase più significativa per dipingere il filato del destino tra i due protagonisti.




Lo stile dell’autrice si riconferma vivace e fresco, per quanto anche tra queste pagine sia disseminato qualche refuso che un po’ di editing un po’ più accurato avrebbe potuto far sparire. Si tratta di piccolezze, certamente, ma l’effetto è quello di un sassolino sotto un tessuto altrimenti liscio e piacevole al tatto. In generale, comunque, nulla che ostacoli la lettura al punto da infastidire troppo.


«Finirà mai,» chiesi nel buio «il mio bisogno di te?» 

Non fece in tempo a rispondermi che un suono assordante ruppe il silenzio del mattino. Doveva essere quello che mi aveva svegliato. Una lunga, penetrante vibrazione che mi riverberò fin dentro alle ossa facendomi remare. Saltai fuori dal giaciglio e uscii dalla porta, per ascoltare meglio. Alyssa mi fu subito accanto, rabbrividendo nella sottile camicia con la quale dormiva. 

«No!» Esclamai tra me e me «No no no no, grande Odino no, ti prego, non adesso!» 

Alyssa si spaventò. 

«Cos’è?» Mi chiese ansiosa. 

«Il corno di guerra.» […] 



Che dire, a conclusione? Se siete alla ricerca di un romance storico in cui l’avventura e i combattimenti vadano di pari passo con scene passionali davvero ben curate e mai volgari, non posso che consigliarvi questa duologia, che dimostra come nella marea di titoli offerti dal self - publishing ogni tanto spunti qualche perla rara.


Voto finale: 4 stelline piene su cinque.

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