Recensione: Una moglie francese di Robin Wells

by - martedì, gennaio 16, 2018

Nuova recensione di giornata, un libro uscito da poco edito dalla Newton Compton di cui vi parla la nostra Francesca.
A lei la parola!




Il passato non si può cancellare
Una storia di passione e perdono nella Parigi della seconda guerra mondiale

Cos’è successo tanti anni fa a Parigi? Cos’ha sconvolto la vita della giovane Kat? È passato tanto tempo da allora, ma Kat non ha mai smesso di cercare una risposta… Nella casa di riposo in cui vive, in Louisiana, Amélie O’Connor ha l’abitudine di lasciare la porta della propria stanza aperta, in attesa di amici. Ma la visita che un giorno riceve è assolutamente inaspettata: la donna che si presenta è infatti Kat Thompson, l’ex fidanzata del suo defunto marito, Jack. Kat e Jack progettavano di sposarsi dopo il ritorno di lui dalla Francia, alla fine della seconda guerra mondiale. Ma i loro piani furono stravolti a causa di una giovane donna francese che, a detta di Kat, “strappò” al bell’ufficiale americano un sì proprio a Parigi. Quella donna era Amélie... Sarà un ritorno al passato, quello che le due donne dovranno affrontare, un ritorno alla giovinezza, ai rispettivi amori, ma anche ai giorni bui dell’occupazione nazista. Un dolore cui Amélie non può sottrarsi, perché Kat non è disposta ad andarsene senza conoscere la storia che ha cambiato per sempre la sua vita.




Ciao lettori, oggi sono qui a parlarvi di un romanzo che mi colpito al cuore. Un romanzo che non si può fare a meno di non leggere, soprattutto con l’avvicinarsi del giorno della memoria… ma prima di parlarvi di questo, vorrei parlarvi di un’esperienza personale che ovviamente si collega a ciò che ho letto.
Nel 2009 ho vinto ad estrazione la partecipazione al “Viaggio della memoria”. Frequentavo l’ultimo anno di liceo, avevo una vita invidiabile, andavo bene a scuola, stavo organizzando il mio matrimonio con un uomo che amavo e non sapevo cosa significasse poter morire di fame, né di stenti. Non era nella mia ottica, come non lo è nei ragazzi per i quali la guerra è un qualcosa che si studia sui banchi di scuola. La mia superficialità si è scontrata con una realtà che mi era lontanissima, e per quanto quel viaggio abbia toccato corde del cuore, quei nomi scritti sul muro restavano appunto nomi. Nulla di ciò che abbiamo visto in quel viaggio era un qualcosa che ci apparteneva, era semplicemente una parte di storia che riuscivamo a immaginare guardando con i nostri occhi quei luoghi dove l’umanità cessava di esistere.

Dopo quel viaggio, ogni anno, in questo periodo, leggo qualcosa a tema Olocausto. Di solito sono per lo più diari, testimonianze di chi da bambino ha vissuto l’inferno ed è riuscito a sopravvivere. Quello che vi racconto oggi non è tratto da una storia vera, anche se gli avvenimenti non discostano dalla realtà. L’autrice infatti ha riportato cose veramente accadute.

Questa è la storia di Amélie, una ragazza francese che, come tante ragazzine all’epoca, aveva ciò che un’adolescente poteva desiderare. Una famiglia, un’amica del cuore e l’arrivo di un nuovo amore all’orizzonte. Ciò che Amélie non può mai immaginare è che la guerra avrebbe stravolto la sua vita. Nel giro di pochi mesi si ritrova senza casa, senza famiglia e senza speranze. Le resta solo la dignità, così si rimbocca le maniche e diventa un’adulta a soli sedici anni. Un’adulta che si accolla la responsabilità di dover mantenere sé stessa e la madre.

La guerra incombe su Parigi e su tutta la Francia, i nazisti invadono la città mettendo in ginocchio la popolazione. Solo due cose restano da fare: arrendersi al proprio destino, o combattere per esso.

Amélie decide di combattere, e grazie all’aiuto del suo primo amore (platonico) entra a far parte della Resistenza. Le cose si complicano sempre di più, e Amélie si ritrova ad affrontare una nuova perdita (e non sarà nemmeno l’ultima). La guerra le ha tolto tutto. Non le importa se a breve arriveranno gli Americani per salvarli dalla furia nazista, perché Amélie sa che nessuno potrà restituirle quello che ha perso. Lei sa che nessuno potrà ridarle Parigi. Così il destino decide di regalarle una nuova speranza per cui combattere che porta il nome di Elise.

Elise le darà nuova forza, l’aiuterà a non arrendersi e la porterà a conoscere Jack. Ed è qui che la storia ha inizio.

“Se i miei pensieri mi manderanno all’inferno, be’, vorrei prima assaggiare il paradiso. E il tuo bacio la scorsa notte.. mi ci ha fatto sentire”

Il libro si divide in due parti e ad inizio lettura non capivo il perché. Ciò che viene narrato è frutto del ricordo di due donne: Amèlie, per l’appunto che è la moglie francese di Jack, e Kat la fidanzata americana di quest’ultimo. Esatto, un cerchio amoroso che viene piano piano a galla con l’avanzare della lettura. Kat, a distanza di anni si ritrova a dover affrontare la morte, e in vecchiaia un’unica cosa la tormenta a tal punto da non farle prendere sonno la notte: perché Jack l’ha lasciata quando le aveva promesso un matrimonio felice e soprattutto, come ha fatto Amèlie a sedurre Jack, un uomo con un’alta moralità? Così si ritrova a fare le domande all’unica che può darle le risposte. Solo che Amèlie vuole raccontare la storia a modo suo. È della sua storia che stiamo parlando e ha inizio esattamente quando inizia la guerra per la Francia (1939).

I racconti di Amèlie si sovrappongono a quelli di Kat. Da una parte troviamo una protagonista che ha vissuto la guerra in prima persona, che sa cosa vuol dire patire la fame, il freddo, la derisione da parte di altri e l’umiliazione. Sa cosa significa vivere giorno dopo giorno con la paura di non vedere il futuro. Una protagonista che però non vuole stare a guardare le persone che muoiono, ma vuole fare qualcosa per dargli la possibilità di un mondo migliore, anche a costo della propria vita. Disposta a mentire e perdere l’amore per riuscire a tener fede a una promessa fatta. Una donna non solo coraggiosa, ma che possiede la vera bellezza.

Dall’altra parte abbiamo una ragazza, bella come poche esteriormente, che della guerra non sa nulla, superficiale (anche in alcune risposte che pone ad Amèlie dopo aver ascoltato la dura storia), che pensa in primo luogo a sé stessa e che si cura troppo del giudizio della gente. Una donna che avrebbe preferito una vita serena, con un matrimonio proficuo piuttosto che l’amore, una donna capace di dare giudizi anche fin troppo severi e per la quale l’apparire è sempre meglio dell’essere.

La bravura della scrittrice nel raccontare fatti veramente accaduti, senza però averli vissuti e rendere il racconto come se fosse vero è esemplare. Ho amato tutto di questo romanzo, e non posso fare altro che consigliarlo. Vi innamorerete e piangerete nel leggere la storia di Amèlie, una storia con un lieto fine, ma con un triste inizio. Un romanzo che fa riflettere e che ci pone nell’ottica di un mondo che a noi sembra distante anni luce, ma che le conseguenze si ripercuotono fino ai giorni nostri.

5 stelle su 5

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