Recensione: Ultimi giorni a Teheran di Donia Bijan

by - venerdì, ottobre 20, 2017


Buongiorno lettori e buon Venerdì.
Oggi iniziamo con la recensione di Arianna all'ultimo romanzo letto, targato Newton Compton Editori.
Le sarà piaciuto? Per scoprirlo continuate a leggere.




Toccante. Un capolavoro
Un'intensa storia d'amore e amicizia all'antico Café Leila
Quando Noor torna a Teheran dopo trent’anni, insieme a Lily, la figlia adolescente e ribelle, trova il suo Iran molto diverso da come lo ricordava. Solo il Café Leila – il ristorante che appartiene alla sua famiglia da tre generazioni – sembra essere rimasto lo stesso. A gestirlo è ancora Zod, il padre di Noor, che ai clienti abituali offre non solo cibo, ma anche ristoro e risate, facendoli sentire a casa. Noor non immaginava che questo viaggio potesse essere per lei un ritorno al passato: invece, piano piano, si dovrà confrontare con le storie dei suoi antenati e affrontare la dolorosa vicenda di sua madre, uccisa quando Noor era adolescente. Donia Bijan riesce a tessere una trama che intreccia più generazioni, a tratti triste, a tratti divertente, con uno stile elegante capace di far assaporare ai lettori un’altra cultura, un’altra epoca, altre sfumature dell’animo umano…
Il fascino di Teheran fa da sfondo a questo potente romanzo d'esordio
Una avvolgente storia familiare a base di cibo, tradizioni e segreti




Noor è una donna di quarant’anni e fa l’infermiera. Ha la vita che ha sempre sognato da quando suo padre la imbarca su un aereo per l’America insieme a suo fratello per dar loro un futuro migliore. Un marito eccezionale e una figlia. La sua è una famiglia davvero splendida. Vive per loro. Per cucinare dei piatti speciali per loro più che altro.



“Prima di incontrare Nelson era come se Noor avesse sempre mangiato al buio, mentre da quando era entrato nella sua vita i loro pranzi e cene erano una festa, come se ogni volta facessero una grigliata sul fuoco sotto le stelle.” 


Dal giorno in cui aveva conosciuto Nelson la sua vita era cambiata ancora di più, era stato lui a darle la svolta definitiva. E adesso, a distanza di anni, è ancora lui a farlo. Ma questa volta nel peggiore dei casi: tradendola. E allora Noor decide di staccare un po’ la spina da tutto, andandosene per un periodo di tempo con sua figlia a Teheran, nel suo paese natale, a trovare il suo adorato papà.


“Arrivare a quarant’anni con la convinzione di essere tu a portare la luce nelle stanze, perché nulla di ciò che hai imparato finora ti ha preparata alla cruda verità: quanto sia flebile e insignificante la tua presunta luminosità, come si spenga in fretta, lasciandoti completamente al buio.” 



Arrivata lì, tutto le sembrerà come lo aveva lasciato. Alcune persone comprese. Certo, il caffè Leila è sempre accogliente come lo ricordava, la legge di quel paese sempre dura nei confronti delle donne. Ciò che non si aspettava però è il fatto che suo padre sia gravemente malato e sua figlia non fa altro che disprezzarla continuamente. Ma tutte queste cose saranno solo fonte di crescita per lei.

Sarò sincera, non ho mai provato curiosità a leggere romanzi ambientati in determinati paesi. Ho sempre pensato che mi sarei annoiata nel farlo, non so, non mi hanno mai convinta chissà che. Poi arriva un giorno in cui ti ritrovi a leggere la trama di un romanzo e ti dici che forse è arrivato il momento giusto di dedicarti a una di quelle letture che hai sempre vietato.

E così è successo con questo romanzo, ho iniziato a leggerlo e sembrava star accadendo proprio ciò che temevo di più: la noia. Però sono una di quelle lettrici che non si arrende subito, anzi, una di quelle che spera in una svolta fino all’ultima pagina. Fortunatamente per me non ho dovuto attendere troppo affinché mi prendesse nel modo giusto e mi sono ritrovata ad appassionarmi alla storia.

Credo che il merito sia del fatto che non era tutto concentrato su un unico personaggio, certo la maggior parte sì, ma ci sono stati capitoli in cui ho potuto conoscere a fondo ogni singola persona presente nel romanzo. Ognuna di loro con una storia capace di farti affezionare maggiormente. Naturalmente i complimenti vanno anche all’autrice che è stata impeccabile nel descrivere anche le tradizioni dell’ambiente, molto spesso dure de ammetterlo, ma è comunque riuscita a fare in modo che io arrivassi alla fine della lettura abbastanza soddisfatta.

Una storia dolce e intensa, che racconta la vita di una famiglia cresciuta tra i profumi di piatti deliziosi, i quali, tramandati da generazione in generazione, sono riusciti a tenere le persone sempre più uniti.




VOTO: 4 stelle su 5
Alla prossima, Arianna!


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