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RECENSIONE | La ragazza Watson di Leslie Wolfe
Lettori,
la nostra Manuela vi parla di La ragazza Watson, secondo volume della Serie Agente speciale Tess Winnet targato Hope Edizioni per la collana Crime
Titolo: La ragazza Watson
Autore: Leslie Wolfe
serie: Tess Winnett #2
Genere: Thriller
Editore: Hope Edizioni
Un’intera famiglia assassinata, un’unica sopravvissuta.
Per quindici anni, Laura Watson vive con la sua famiglia adottiva senza dei veri ricordi di ciò che è accaduto la notte in cui la sua famiglia è stata sterminata, quando lei non era che una bambina di cinque anni. L’assassino è stato catturato e ora è in attesa dell’esecuzione nel braccio della morte.
Laura inizia a partecipare a delle sedute di ipnosi regressiva nel tentativo di ritrovare quei ricordi perduti, tuttavia, più si avvicina alla verità, meno tempo le resta da vivere. Il vero killer, infatti, ha intenzione di metterla a tacere per sempre, prima che la giovane riesca a ricordare i dettagli di cui è stata testimone.
La sola in grado di aiutarla sarà l’Agente Speciale Tess Winnett che, insieme al suo team, si addentrerà in una sconvolgente indagine alla ricerca di un killer spietato rimasto nell’ombra per anni. Tess Winnett farà di tutto pur di fermare l’assassino, prima che uccida un’altra innocente, e poco importa se la posta in gioco può essere persino la sua stessa vita.
Tess l'abbiamo conosciuta nel primo libro, una giovane agente FBI bravissima nel suo lavoro ma molto poco incline a lavorare in squadra, oltre ad avere problemi di PTSD che si ostina a tenere nascosti.
Dopo che l'ultimo caso risolto l'ha lasciata con qualche ferita da curare, tornare finalmente in servizio le sembra la cosa migliore per andare avanti con la sua vita. Il suo superiore sembra ritenerla ancora non nel pieno delle sue capacità, così la spedisce per un lavoretto di prassi ad intervistare Garza, un condannato a morte, un killer pluriomicida denominato “The Family Man”. Il suo soprannome deriva dall'abitudine di uccidere un'intera famiglia e passare con loro almeno uno o due giorni prima di sparire senza lasciare traccia. L'uomo ha un modo di fare molto accattivante e non ci vuole molto per convincere Tess che tre delle famiglie a lui attribuite sono state uccise da qualcun altro. Tess ci vede già un caso da risolvere, poco importa se dovrà di nuovo mettere in dubbio il lavoro del detective Michowsky, sua e nostra vecchia conoscenza. Tess convince il suo superiore che Garza non sta mentendo perché non avrebbe motivo di farlo visto che non ha negato di aver ucciso tutte le altre trentuno famiglie. Così armata di buona volontà e di determinazione a non rovinare il lavoro altrui, si presenta al distretto di Michowsky e Fradella, pronta a fermare un killer in libertà. Gli inizi non sono dei migliori, l'atteggiamento di Tess nonostante le raccomandazioni del suo capo, è sempre indisponente e sembra sempre che per lei non conti nulla tranne fermare un assassino. Memore della precedente collaborazione con la donna, ne Michowsky ne Fradella sembrano entusiasti di lavorare con la donna, ma mentre riesaminano i casi del passato, alcune anomalie vengono a galla e tutti si convincono che il killer è ancora a piede libero.
In parallelo alle indagini di Tess e compari, conosciamo Laura Watson, l'unica superstite di uno dei tre casi attribuiti a Garza. Sono passati molti anni da quell'orribile notte in cui è scampata alla follia del killer che ha ucciso tutta la sua famiglia. La bambina di soli cinque anni è stata adottata dal socio del padre che insieme alla moglie e alla figlia maggiore, hanno circondato Laura di amore e affetto, rispettando i suoi silenzi e i suoi pianti, fino a quando la bambina ha ripreso a parlare. Oggi è una giovane donna, ha un fidanzato che presto sposerà e sta finendo di studiare per poter lavorare a fianco di quello che è diventato il suo patrigno nella società che produce e fornisce componentistica per l'illuminazione. Laura si fa convincere a sottoporsi ad una terapia sperimentale che dovrebbe aiutarla a ricordare quelle maledetta notte in cui è rimasta orfana. Durante un'intervista televisiva fortemente voluta dalla sua terapista, la ragazza diventa di nuovo oggetto di interesse mediatico, cosa che la mette di nuovo nel mirino del killer. Tess cerca in ogni modo di convincere il suo superiore e i colleghi che la ragazza è in pericolo e che il killer potrebbe voler rimediare all'errore fatto, ma nessuno sembra disposto a metterla sotto protezione.
Rimase in silenzio per un po’, quindi si sfregò la fronte con un sospiro profondo. «Credo che fossimo troppo spaventati all’idea di poter avere, nella nostra città, due mostri che sterminavano delle famiglie. È possibile che non riuscissimo neppure a concepirlo.» Deglutì a fatica, poi prese un sorso dalla bottiglietta ancora aperta. «Sì, in retrospettiva, penso che tu abbia ragione, Agente Winnett. Avremmo dovuto capirlo parecchio tempo fa.»
La protagonista nonostante tutti i suoi difetti mi piace molto. La trovo davvero un personaggio riuscito, con le sue tante fragilità che nasconde dietro ad una scorza di freddezza. Amo il suo rapporto con Cat, l'unico uomo di cui si fida, il proprietario di un bar che nella notte più brutta della sua vita l'ha aiutata e soccorsa senza mai chiedere nulla in cambio. Tess da quella volta ha instaurato con lui un rapporto fatto di complicità ed affetto. Ha un modo di fare che potrebbe portare il lettore a non amarla particolarmente ma ad esempio io amo quei personaggi imperfetti, maltrattati dalla vita ma pronti a tutto per arrestare i colpevoli. Certo qualche volta le daresti una scrollata o ti verrebbe voglia di urlare dalla frustrazione quando si rifiuta di chiedere aiuto magari un certo McKenzie che non è mai abbastanza presente.
Trovo molto ben curati anche i personaggi secondari di Michowsky o del giovane Fradella, i due agenti di Miami che hanno già collaborato con Tess nel primo caso e che in questo secondo volume, se possibile prendono ancora più spazio nella trama.
Odiava ammetterlo, ma scoprire che Garza non aveva ucciso la sua famiglia non l’aveva sorpresa. Ne aveva sempre dubitato, senza nessuna prova o motivazione razionale, e senza ricordare bene il vero assassino. Semplicemente, non ci credeva granché. E quello era il motivo per cui la paura era stata una costante della sua vita che l’aveva spinta a chiedersi di tanto in tanto quando sarebbe stato il suo momento di morire. Aveva i giorni contati, contati da un killer che non faceva sconti.
Questo nuovo romanzo dedicato all'agente Winnett mi è piaciuto quasi più del primo perché ancora una volta è riuscita a spiazzarmi. I personaggi secondari si conoscono meglio, si apprezza di più la sintonia che si viene a creare nonostante il caratteraccio della protagonista. Una storia avvincente, ben calibrata nelle parti di indagine, nella storia personale di Laura e con la sempre immancabile e inquietante voce dell'assassino. Un altro centro per questa autrice, non vedo già l'ora di avere il prossimo tra le mani.
4.5 stelle su 5
Alla prossima,
Manuela.
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