RECENSIONE | Tu che salvi per tua grazia di Rosa J. Shalott

by - venerdì, ottobre 09, 2020

Lettori,
oggi la nostra Federica vi parla di Tu che salvi per tua grazia di Rosa J. Shalott edito Cignonero.



TITOLO: Tu che salvi per tua grazia
AUTORE: Rosa J. Shalott
EDITORE: Cignonero
GENERE: Romanzo storico
PREZZO: ebook 4.99

Veneto 1786.
Quando il giovane Gabriele Van Etienne torna in patria dopo aver fatto fortuna, sa che il compito che lo attende non sarà semplice: il suo progetto di aprire un convitto destinato a istruire i figli delle classi più disagiate, si scontra da subito con la diffidenza della cittadina in cui è nato, e che lo ha visto affamato e in miseria, proprio come i ragazzi a cui vuole dare la possibilità di costruirsi un futuro diverso. Ma c’è qualcuno che quel futuro lo desidera, anche se non ne avrebbe il diritto: Emone.
A dispetto del nome, Emone è una femmina. Una ragazzina arruffata, scalza, sporca, probabilmente orfana, testarda e dall’intelligenza pronta. Gabriele vede in lei qualcosa, una scintilla che lo spinge a scavalcare le convenzioni e a prenderla con sé per permetterle di studiare come i suoi coetanei maschi. Ed Emone, col passare degli anni, da animaletto selvatico e scostante, diventa una giovane donna dal talento straordinario: il pianoforte è lo strumento attraverso cui si esprime, la musica è il linguaggio tenero e segreto che usa per comunicare con Gabriele. La gratitudine e l’affetto che la fanciulla prova per il suo tutore si trasformano presto in un sentimento muto, complesso, impossibile da spiegare a parole. Un sentimento ricambiato.
Inizia così una storia d’amore inafferrabile e profondissima che durerà anni, e che li vedrà, Gabriele ed Emone, perdersi e ritrovarsi più volte, vittime inconsapevoli di una società destinata a sfaldarsi e a cambiare per sempre il volto del nostro paese.
Sullo sfondo voluttuoso e tormentato di un’Europa in declino, Rosa J. Shalott racconta una storia d’amore e di salvezza, un’opera raffinata e sottile che ha il respiro e la forza dei grandi classici dell’Ottocento.



Gabriele Van Etienne, capelli neri riccioluti e animo silenzioso, arriva nel Veneto del Settecento con un obiettivo: dare un futuro migliore a ladruncoli e orfanelli che gli ricordano perfettamente come era stato lui stesso da bambino. Emone è una piccola orfana che, vedendo l’uomo vestito con abiti preziosi lo segue e insiste per far parte anche lei della sua scuola, anche se non sa che cosa voglia dire. Perchè anche la ragazza non può imparare a leggere e scrivere come tutti i maschi? Monsieur è consapevole di non poterle dare un’educazione da donna, ma la prende comunque sotto la sua ala e la cresce insegnandole tutto quello che sa. Durante gli anni la bambina impara dal suo maestro, a suonare il piano, a riconoscere le piante, ad ascoltare i suoi silenzi. E da piccola peste diviene presto donna e i sentimenti si evolvono con lei. Anche Monsieur Van Etienne, o semplicemente monsieur come lei era solita chiamarlo, si rende conto di volere molto bene alla ragazza. Ma il suo voler bene non andava mai oltre il sentimento platonico, si esprimeva però nel cercare di concederle la migliore istruzione e la maggiore libertà di espressione, anche a costo di perderla a causa della sua bravura nel comporre e suonare il piano.

“Non era mai riuscito a dare un nome alla sensazione che provava in sua presenza, come una felice nostalgia per qualcosa da afferrare al volo, perchè non sarebbe più tornata.”

Questo romanzo mi ha fatto penare e piangere tante di quelle lacrime che, da buona sentimentale quale sono, mi hanno fatto smettere di leggerlo per alcuni giorni. Mi sono presa del tempo per elaborare questi due personaggi. L’uno determinato sin da subito nei suoi intenti, ma che poi li lascia scivolare via, quasi facendosi vivere dalla vita stessa. L’altra, invece, con una forza d’animo e una suscettibilità ai sentimenti straordinaria, tanto da non rinunciare mai veramente all’amore. L’autrice R. J. Shalott sembra ispirarsi ai grandi romanzi dell’Ottocento per scrivere questo libro ambientato in un’Europa in piena crisi per la Rivoluzione Francese. Sebbene l’evento storico sia solo citato e faccia da sfondo al romanzo, in realtà la situazione mette alle strette i nostri personaggi e sembra quasi dirci, proprio come fece Emile Zolà in Germinale, che non si può cambiare il nostro destino. Eppure, nonostante tutto, il finale ci dona un po’ di conforto e di quiete. Personalmente questa è la parte che conta maggiormente in un libro: se è cupo, tetro o angosciante, ecco che tutto il volume prende la stessa caratteristica. 

In questo romanzo cercherò di essere più obiettiva e dare un giudizio diverso, perché è un libro che racconta di un’evoluzione e di due vite, che pur non coincidendo perfettamente hanno trovato il modo per incastrarsi, anche se segreti e separazioni ne hanno acuito gli spigoli. Lo consiglio a chi vuole farsi travolgere da sensazioni contrastanti e a chi ama le storie reali, per tutto ciò che questo comporta.

4 stelle su 5
Alla prossima,
Federica




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