Lettori,

eccomi qui a parlarvi del terzo romanzo della Serie How To Date a Douchebag di Sara Ney.

Non ci sono stronzi in questa storia.

Be’, ci sono, ma non è di loro che parla la mia storia.

La storia riguarda me, la figlia dell’allenatore.

Quando mi sono trasferita nell’Iowa per stare con mio padre, l’allenatore tutto d’un pezzo della squadra di wrestling dell’Università, pensavo che sarebbe stato come bere un bicchier d’acqua: ero convinta che vivere con mio padre sarebbe stata solo una cosa temporanea e che si sarebbe assicurato che quegli stronzi dei suoi lottatori mi lasciassero in pace.

Sbagliato su tutta la linea.

I pezzi di merda escono sempre allo scoperto quando la posta è alta.

Hanno fatto una scommessa e la posta in gioco sono io.

Dopo una serata umiliante, e troppo alcol, incontro l’ultimo bravo ragazzo del campus. E quando lui accetta di affittarmi la camera libera in casa sua, non ci penso due volte.

È ora che il bravo ragazzo trionfi.

Le chiacchierate notturne e le confidenze si trasformano in contatti prolungati, che poi diventano qualcosa di più. E l’ultimo bravo ragazzo ha la possibilità di causare più danni di qualsiasi altro stronzo.

Annabelle è tutto ciò che rappresenta una brava ragazza. Dolce e affettuosa, ha alle spalle un padre e una madre divorziati che vivono distanti. Decide di andare a vivere con suo padre, un uomo affettuoso e protettivo, nonché coach della squadra di wrestling dell'università dell'Iowa e allenatore dei ragazzi che noi conosciamo molto bene. Non appena arriva e si scopre di chi è figlia viene presa come oggetto di una scommessa per niente carina da parte di due giocatori, Rex ed Eric. 

Peccato che Annabella capisca subito il tranello e cosa ancora più importante non sia interessata a nessuno dei due ragazzi. 

Colui che fa breccia nel suo cuore è Elliot St. Charles con cui instaurerà un rapporto di profonda amicizia e lealtà. Elliot è un bravo ragazzo, serio, diverso dagli altri suoi compagni, un amico fedele e attento ma per niente intenzionato a rovinare quello che c'è tra lui e Annabelle. Quando i due si ritroveranno come coinquilini i sentimenti che credevano di provare l'uno per l'altra cambieranno fino a diventare altro, di molto più forte. 

Se mi seguite e avete letto le mie precedenti recensioni a questa serie sapete che mi ha letteralmente conquistato, ne ho amato ogni secondo, ogni scena, l'ambientazione, ogni dialogo e qualsiasi forma di introspezione, ma con questo romanzo qualcosa è andato storto, anche se a mente semi calda non so bene spiegarvi cosa. Ammetto che ho scelto di leggere questo quarto volume presa dell'euforia per gli altri e forse mi aspettavo molto di più, le mie aspettative erano elevate, ma non sono riuscita ad amarlo come gli altri.

Sara Ney scrive bene, questo è innegabile, i suoi dialoghi sono freschi, la sua prosa decisa e scorrevole e i suoi personaggi sono senza dubbio pieni di sfaccettature. Elliot e Annabelle non fanno eccezione, sono caratterizzati entrambi bene, la storia ci porta a riflettere sulle azioni che compiamo e sugli effetti che esse hanno su di noi e sugli altri, eppure non è riuscita a far breccia nel mio cuore. 

Elliot è sicuramente un personaggio diverso dal solito maschio alpha, non è un bad boy che si redime, non ha il fascino del cattivo ragazzo e a volte la sua freddezza e i suoi comportamenti mi hanno fatto storcere la bocca. Ho avuto più affinità con Annabelle, con la sua forza e la sua astuzia, ma purtroppo questo non è bastato. Non mi sento di sconsigliarvi The coaching hours perché il mio è un parere strettamente personale, confermo però che la Ney sa catturare il lettore con le sue parole, c'è dolcezza, c'è passione e magari Elliot e Annabelle riusciranno a conquistare il vostro cuore.

3 stelle su 5

Alla prossima,

Elena