Recensione: Matrimonio di convenienza di Felicia Kingsley

by - mercoledì, gennaio 10, 2018

Scrigno, la nostra Giulia si è cimentata nella lettura di un nuovo romanzo edito dalla Newton Compton Editori e ve ne parla in questa recensione.
Buona lettura




Un successo del passaparola
Una commedia romantica, brillante e sensuale

Jemma fa la truccatrice teatrale, vive in un seminterrato a Londra e colleziona insuccessi in amore. Un giorno però riceve una telefonata dal suo avvocato che potrebbe cambiarle la vita: la nonna Catriona, la stessa che ha diseredato sua madre per aver sposato un uomo qualunque e senza titolo nobiliare, ha lasciato a lei un’enorme ricchezza. Ma a una condizione: che sposi un uomo di nobili natali. Il caso vuole che l’avvocato di Jemma segua un cliente che non naviga proprio in acque tranquille: Ashford, il dodicesimo duca di Burlingham, è infatti al verde e rischia di perdere, insieme ai beni di famiglia, anche il titolo. Ashford è un duca, Jemma ha molti soldi. Ashford ha bisogno di liquidi, Jemma di un blasone… Ma cosa può avere in comune la figlia di una simpatica coppia hippy, che ama girare per casa nuda, con un compassato lord inglese? Apparentemente nulla… Il loro non sarà altro che un matrimonio di convenienza, un’unione di facciata per permettere a entrambi di ottenere ciò che vogliono. Ma Jemma non immagina cosa l’aspetta, una volta arrivata nella lussuosa residenza dei Burlingham: galateo, formalità, inviti, ricevimenti e un’odiosa suocera aristocratica. E a quel punto sarà guerra aperta…
La commedia romantica dell’anno
La più amata sul web
Una storia frizzante, ironica… esilarante!
Felicia Kingsley è pronta a fare impazzire i lettori




Questa storia narra le imprese eroiche di una giovane fanciulla, Jemma, il cui nome è stato scelto come tributo al leggendario Jimi Hendrix, tanto idolatrato dai suoi adorabili genitori nudisti, animalisti, vegani e hippy.

Jemma, che poi tanto giovane non la è più, è una donna in carriera: truccatrice professionista per la compagnia di teatro in cui lavora, quelle rare volte in cui non arriva troppo in ritardo, da tempo immemore.
La sua vita amorosa è... Beh, diciamo pure che non esiste, a parte qualche sporadica occasione in cui un focoso latino non la conquista con la salsa.
E come ogni donna romantica che si rispetti, Jemma impiega si e no un giorno per innamorarsi perdutamente dell’uomo che puntualmente la “tradisce”... Pensate, uno si è pure permesso di tradirla con la propria moglie!

Perlomeno ha il suo monolocale, che consiste nel seminterrato del condominio dove abitano i suoi genitori e un’intera società multietnica, e il suo lavoro, anche se non le da tutte le soddisfazioni che vorrebbe, ma certamente non si trova nella posizione più adatta per potersi lamentare.
Almeno fino a quando non riceve una chiamata dal suo amico Derek, avvocato della sua cara, e ormai defunta, nonnina Catriona, la quale pare averle lasciato un’eredità piuttosto consistente.
Ma mettiamola da parte per un momento...


“Io voglio al mio fianco un uomo che mi adori, voglio essere la luce dei suoi occhi, non il dito nel suo occhio.”


A qualche miglio di distanza da Londra, in un castello circondato da ettari ed ettari di terreno, c’è un giovane, anche lui ormai trentenne, di nome Ashford Parker, dodicesimo duca di Burlingham, occhi verdi magnetici, castano, alto, capitano della squadra di Polo e con una madre che non si augura nemmeno al peggior nemico, che si appresta con la sua amata auto d’epoca a dirigersi verso lo studio del suo avvocato Derek, ignaro della catastrofe che gli sarebbe piombata addosso, e non mi sto ancora riferendo alla nostra donzella Jemma. Eh no, a quanto pare il nostro caro Ash è sull’astrico e i suoi vari possedimenti stanno per essere confiscati dalla banca.

I due casi non avrebbero nulla in comune, se non che la cara Catriona ha messo una clausola sul suo testamento: Jemma potrà ricevere l’intero patrimonio soltanto se si sposa con un nobile.

Sfortuna vuole che tutti e due hanno bisogno dell’altro.

Sulle prime i due si rifiutano categoricamente, ma l’aggravarsi delle loro situazioni, li spinge ad unirsi in un matrimonio di convenienza.


-“Sai cosa sei tu? Il principio di un esaurimento nervoso!” 


-“Tesoro, sii delicato, stiamo andando a sposarci!”

Come se non bastasse, saranno costretti a convivere per un certo periodo di tempo...

Tra crostate preparate amorevolmente dalla mamma di Jemma, la tirannia dell’isterica madre di Ashford, eventi di beneficenza da organizzare, fraintendimenti, visite reali a sorpresa e innumerevoli figuracce, potrà l’amore nascere tra due persone così diverse e così orgogliose, per non dire testarde?

“È da un pezzo che ho capito che in questa storia il principe azzurro sono io”

Ma che bel libro!

Quest’affermazione non la pronunciavo da un bel po’.
Ottimo sotto tutti i punti di vista: i caratteri dei personaggi ben delineati, la descrizione delle varie parti della storia eseguita nel migliore dei modi e una vena ironica che personalmente ho adorato.
Ho amato tutti i personaggi, dal primo all’ultimo. Del resto non si può non amarli: così irriverenti, spassosi, arguti e irrimediabilmente innamorati persi, tanto quanto testardi.
La storia di repulsione e amore tra Jemma e Ashford scatena buonumore, sentimento, ottimismo. Funziona insomma. 

“Al mondo non c’è una persona uguale a un’altra, non importa il passato, ma il futuro da costruire insieme, è questo che fa una vera coppia.”

Il libro ha il punto di vista sia di Jemma sia di Ashford, con l’aggiunta di un altro alla fine molto divertente e azzeccato, e devo dire che non mi sono dispiaciuti per niente. 
Mi sarebbe piaciuto vedere il personaggio di Ashford un po’ più spassionato verso la fine, ma per il resto mi è piaciuta ogni singola cosa di questa commedia romantica e la consiglio vivamente, fidatevi quando vi dico che questo libro vi migliorerà la giornata!
E mi raccomando, preparatevi una confezione di fazzolettini... Vi ritroverete a piangere dalle risate! 

5 stelle su 5

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