Recensione: L'amore nella fila 27 di Eithne Shortall

by - lunedì, giugno 25, 2018

Lettori, la nostra Kei è pronta a parlarci di L'amore nella fila 27, uno degli ultimi romance usciti per la De Agostini. Siete pronti a scoprire la sua opinione?






Chi non hai mai fantasticato, almeno una volta, di trovare l’amore ad alta quota? Di prendere posto, allacciare le cinture, e alzare lo sguardo per scoprire che sul sedile accanto siede la sua anima gemella? Cora Hendricks è così: un’inguaribile romantica. Convinta che un cuore in transito sia naturalmente più esposto alle frecce di Cupido, e che, complice il sorriso di una hostess e il magico potere del destino, anche un caffè brodoso possa trasformarsi nel migliore afrodisiaco. A quasi trent’anni, Cora abita a Londra e lavora come impiegata per una piccola compagnia aerea. Dopo l’ultima, devastante delusione amorosa – un berlinese di nome Friedrich – si impegna a favorire incontri romantici tra i passeggeri che, ignari, si presentano al banco del check-in, affidandosi solo a internet e alla propria intuizione per fare in modo che i candidati più compatibili si ritrovino a sedere vicini. Dove? Nella fila 27, naturalmente: il minuscolo laboratorio amoroso nel quale Cora, con la complicità di una collega, insegue con ostinazione la formula della felicità altrui. È un campionario umano vasto e variegato quello che passa dai sedili della fila 27: per una scintilla che scocca e una relazione che prende quota, un’altra precipita senza paracadute. Ma anche il Cupido più incallito prima o poi abbassa la guardia, e non è detto che per Cora non si avvicini il momento di riporre il tavolinetto, raddrizzare lo schienale e affrontare il viaggio più romantico (e turbolento) di sempre: l’unico che non contempla misure di sicurezza.




Alzi la mano chi, prenotando un volo su uno degli innumerevoli siti di compagnie aeree, si è trovato a desiderare con un sospiro che l’infinita trafila del booking fosse un po’ meno noiosa e un po’ più poetica: il giusto specchio delle aspettative riposte nel viaggio imminente. Ebbene, cosa potrebbe succedere se le tecnologie di check - in si inceppassero, costringendo le compagnie a ritornare a più tradizionali mezzi di prenotazione? Un gran caos, diranno senz’altro i più pragmatici. Eppure anche da una situazione del genere può nascere qualcosa di buono. Lo sa bene Cora Hendricks, assistente al check - in dal cuore spezzato che ha fatto di questo intoppo virtù: dopo la conclusione brusca e deludente della sua ultima storia d’amore, l’intraprendente trentenne ha deciso di improvvisarsi Cupido… il tutto a beneficio dei passeggeri della fila 27.


L’improvviso cambiamento delle procedure d’imbarco era stata una vera benedizione, perché con l’eliminazione dei chioschi per il self check-in e il check-in online, i passeggeri erano costretti a registrarsi di persona al banco della compagnia aerea. In questo modo il loro destino, cioè il posto dove avrebbero trascorso le ore di volo, era interamente nelle mani di Cora, che avrebbe avuto possibilità praticamente infinite di scoccare la freccia di Cupido. L’occasione perfetta di aiutare gli altri, proprio come aveva sempre desiderato. 


La premessa di questo romanzo è carina abbastanza da invogliare la lettura, riprendendo un cliché — quello della matchmaker che non vuole più saperne di relazioni amorose e concentra tutti i propri sforzi sugli altri, vuoi per meccanismo di transfer, vuoi semplicemente per l’irresistibile tentazione di giocare con la buona sorte — già visto in diverse salse, con l’aggiunta di una svolta originale: l’aereo. L’aeroporto non è certo il luogo più romantico del mondo, in effetti, ma Cora riesce a trovare il modo di renderlo un crocevia d’incontri, portando un po’ di sentimenti nel frenetico via vai dei viaggiatori. Attraverso i suoi occhi scopriamo le mille, piccole affinità tra perfetti estranei, tra realtà e modi d’essere che sfilano gli uni vicino agli altri senza nemmeno sfiorarsi, del tutto ignari delle somiglianze e delle differenze che li contraddistinguono. Devo ammettere che sotto questa ottica anch’io mi sentirei tentata di scoprire se, con un pizzico di aiuto, tra due anime affini possa scoccare la fatidica scintilla. Cora sembra avere un vero talento per combinare questo genere di incontri, con l’aiuto della fedele amica, Nancy, ma si guarda bene dall’includere se stessa nel progetto: con la scottatura ancora fresca che le ha lasciato il suo ex, un berlinese di nome Friedrich, ne ha più che abbastanza di relazioni. Almeno finché la freccia dell’amore non colpisce anche lei, in maniera del tutto inaspettata.


Lo stile di scrittura è scorrevole e piacevole, non affatica affatto la lettura, ma èpiuttosto dispersivo. Al filone principale di Cora vengono affiancati piccoli episodi che seguono i suoi “protetti”, i passeggeri del volo che sono stati avvicinati dal suo intervento. L’uso della terza persona nella narrazione è funzionale a questo scambio di prospettive, tuttavia impedisce al lettore di provare un’empatia più spiccata per i personaggi e le loro vicende. Le allusioni a temi sensibili, tra i più disparati, sono molte e sparpagliate, toccate senza sollecitare una vera e propria risposta nel lettore.


Il giorno in cui formò la sua prima coppia, Cora sedeva sul letto della sua stanzetta tutta nuova e sfogliava un album di fotografie dell’estate precedente, scattate in Germania durante un soggiorno studio che si accingeva a ripetere da lì a qualche mese. 


Questo problema coinvolge anche e soprattutto la caratterizzazione dei personaggi. Avrei preferito che l’autrice si soffermasse in maniera più approfondita tanto sulla storia personale della protagonista, tanto sulle relazioni che sbocciano in volo, piuttosto che sorvolare su un’introspezione più dettagliata, col risultato di far sembrare il tutto un po’ generalizzato. Cora, in particolare, che pure si trova in una posizione che per molti lettori potrebbe essere facilmente empatizzabile — sola, alla soglia dei trent’anni ancora piuttosto incerta sulla propria vita e con problemi non indifferenti nella propria famiglia — non impugna mai davvero la situazione, né cerca di risolvere i propri problemi, dedicandosi continuamente alla sua missione romantica. È vero, in alcuni momenti della vita non si ha voglia di fronteggiare le difficoltà e si desidera soltanto allontanarsi, guardare altrove e concentrarsi su qualcosa di gratificante, ma il modo in cui Cora si attacca al suo compito risulta quasi esagerato. Ne fa una vera e propria ossessione, al punto che in alcuni frangenti mi sono ritrovata un po’ infastidita dal suo atteggiamento: più che un aiuto o un semplice gioco per scampare alla propria delusione d’amore, in alcuni frangenti il suo intervento mi è sembrato decisamente troppo invadente e poco rispettoso. I personaggi secondari non godono di una sorte migliore: sono volti di passaggio, alcuni simpatici, altri meno, che una volta superate le solite porte del check - in e imbarcati nella loro nuova storia d’amore, diventano facilmente dimenticabili.

Per tirare le somme, direi che questo libro è una lettura estiva per chi ha voglia di qualcosa di leggero, per restarsene un po’ con la testa tra le nuvole e godersi il relax delle vacanze senza farsi coinvolgere troppo.




3 stelle su 5
Alla prossima,
Kei.

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