RECENSIONE: Uno di Jane Blythe
Buongiorno Scrigno,
oggi vi parlo di Uno, primo romanzo della serie Conta fino a dieci, di Jane Blythe edito Hope Edizioni.
TITOLO: Uno
AUTORE: Jane Blythe
EDITORE: Hope Edizioni
GENERE: Thriller
PREZZO: ebook 3.99
Per salvare la donna che ama, lui deve lasciare a piede libero un assassino.
La vita di Annabelle Englewood si sta sgretolando attorno a lei. Tutta la sua famiglia è stata trucidata; lei è accusata di aver commesso quel crimine e il detective che lavora al caso le fa provare cose che non vuole provare, sfidando la sua convinzione di non essere degna di essere amata.
Il detective Xavier Montague sa bene che non deve farsi coinvolgere da una donna su un caso a cui sta lavorando. In particolar modo da una donna che è emotivamente vulnerabile. Eppure, contro ogni logica, è attratto da Annabelle, ma la sua attrazione proibita lo obbligherà ad affrontare il momento più buio della sua vita.
Xavier Montague è teso, nervoso come
mai prima d'ora nella sua carriera mentre si appresta ad entrare in
casa Englewood. Il vicino di casa ha allertato la polizia dopo aver
visto qualcuno con un coltello in mano nella camera padronale, e ora
è deciso a vederci chiaro. Lo sente nell'aria, nel silenzio
assordante e sospetto: c'è qualcosa che non va. La prima persona che
trova nel suo letto è una giovane donna con una ferita alla spalla
ma quello che lo aspetta dopo aver chiamato l'ambulanza di certo non
era quello che immaginava.
Vittima o carnefice?
Per il detective la risposta è
semplice e immediata. È stata lei ad uccidere la sua famiglia: i
suoi genitori, suo fratello e la sua sorellina più piccola. Un piano
premeditato in cui ha avvelenato la loro cena, ha messo in atto il
delitto e poi ha tentato il suicidio per depistare le indagini.
Ma sarà davvero così?
“Sono i suoi occhi. Il modo in cui mi
ha guardato quando a ripreso conoscenza, il loro colore, non riesco a
smettere di pensarci.”
Annabelle Englewood è confusa,
dolorante e non ricorda molto della notte precedente. Solo di aver
cenato e di essersi svegliata per pochi secondi con lo sguardo di un
uomo davanti agli occhi. Si risveglia in ospedale e come se non
bastasse il suo polso è ammanettato e degli agenti la accusano di
aver brutalmente assassinato le persone che amava. Annabelle adesso è sola, non ha più
nessuno, se non il suo amico e vicino Ricky che le ha sempre offerto
una spalla su cui piangere e con cui sfogarsi. Per quanto voglia
dimenticare non sarà così semplice. Altre famiglie verranno colpite
con lo stesso modus operandi. Gole recise, mani tagliate e occhi
cavati. Solo un membro si salva, proprio come è successo ad
Annabelle. E come se non bastasse qualcuno sta continuando ad
attentare alla sua vita.
Chi è?
E qual è il suo piano?
“Te lo chiedo per l'ultima volta. Mi
lascerai andare o vuoi avere il sangue di Annabelle sulle mani. Io o
Annabelle?”
Xavier è un uomo che ha sofferto nel
suo privato, che ha sempre messo il lavoro e gli amici davanti,
trascurando la donna che amava e oggi se ne fa una colpa. Quando
incontra Annabelle qualcosa nella sua scorza di ghiaccio si smuove ma
state tranquilli, non sarà un vero e proprio colpo di fulmine, più
che altro un'alchimia tra un uomo e una donna che sboccerà con i
giusti tempi e non senza problemi. Devo ammettere che ho faticato a
riconoscere il detective e l'uomo, sembrano due persone completamente
diverse. Deciso, coraggioso e intuitivo il primo, smarrito e fragile
il secondo, e questo dà vita ad una lotta, non solo interiore, che minerà il loro già fragile equilibrio.
Annabelle a mio avviso è meno
caratterizzata, o almeno lo è il suo passato. Alcune delle cose che
si sanno sono solo accennate e poco sviluppate ma questo non ha fatto
sì che non vedessi in lei la dolcezza e la delicatezza ma anche la
forza di rialzarsi dopo tutto quello che le è capitato, tutto quello
che ha perduto.
“Ci innamoriamo di quelli di cui ci
innamoriamo, e io mi sono innamorato di te.”
Preparate a gustarvi questo romanzo, a
leggere tra le righe, a cogliere i dettagli, anche quelli che vi
sembreranno inutili, perché l'autrice ha creato un thriller davvero
sorprendente. Strutturato, crudo, intelligente. Una storia che ci
porta nelle menti di Xavier e Annabelle, nelle loro paure, nei loro
sentimenti nascenti e nelle ritrosie, ma anche in quella del serial
killer e nel suo passato. E persino in quelle delle vittime. Tocca la psicologia dei protagonisti, ci mostra il loro cambiamento, i loro motivi, e questo agli occhi di chi legge un thriller è sempre affascinante. Un romanzo che possiamo definire corale, una missione da compiere e un finale che mi ha lasciata letteralmente a bocca aperta.
La scrittura di Jane Blythe è
ipnotizzante, mi ha tenuta incollata alle pagine del suo romanzo per
ore. Nasconde piccoli indizi in ogni capitolo e non vedi l'ora di
leggere la fine, fare ipotesi sull'assassino e scoprire se avevi
ragione.
I miei complimenti vanno alla penna di
questa autrice, alla bravura dimostrata nel creare la suspense in
determinate scene e nell'usare la dolcezza in altre, dimostrando di
saper amalgamarle in maniera eccelsa. Uno è un thriller ben
congegnato, umano e reale, e per chi ama il genere assolutamente
imperdibile.
4.5 stelle su 5
Alla prossima,
Elena.
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