Recensione: Il mio diario segreto dell’Olocausto di N. Bannister con Denise George e Carolyn Tomlin
Buon Venerdì lettori!
La nostra Serena si è cimentata in una lettura impegnativa che le ha catturato il cuore.
Buona lettura
Per cinquant'anni un terribile segreto è rimasto nascosto, chiuso dentro a un baule in soffitta: foto, documenti, pagine di diario. È il racconto drammatico e insieme commovente - dell'Olocausto visto attraverso gli occhi di una ragazzina che ha sperimentato sulla propria pelle la deportazione, la morte dei suoi cari, la liberazione dalla prigionia. Una ragazzina che però ha chiuso dentro al suo cuore questa tragica esperienza, senza farne parola con nessuno, nemmeno con il marito, per decenni. Finché, ormai anziana e prossima alla morte, ha deciso che il mondo dovesse conoscere la sua storia. Una voce vera e diretta dell'orrore nazista nelle sue semplici parole di bambina. Una storia di dolore, perdono, amore e perdita. Da non dimenticare, per non dimenticare.
Sin da bambina mi hanno insegnato che bisogna approcciarsi ai libri come ai nostri amici. Ogni volta che ne leggo uno nuovo, studio la trama, la copertina, lo “annuso”, per cercare di entrarci in sintonia. Con “Il mio diario segreto dell’Olocausto” è stato amore a primo tocco. La sua storia è straziante: Nonna Lisowkaja ha sperimentato sulla propria pelle il campo di prigionia, la perdita dei propri cari e infine l’agognata liberazione. Aveva scritto un diario, fogli che teneva ben nascosti in un cuscinetto che aveva tenuto sempre al suo fianco. Qui si snodano i suoi racconti, tra perdite, amori strazianti, la paura e il terrore.
Il libro si legge d’un fiato, ma ve lo spezzerà in più punti. Il racconto è crudo, realistico, emozionante. Nonna vi racconterà la sua esperienza, il suo vissuto, così come la narrerà al marito, l’americano che aveva sposato dopo la guerra. Aveva tenuto segreta la sua storia, fino al giorno in cui decide che il mondo doveva sapere.
Come era stato, cosa è stato.
Questo è un pezzo di storia importante che si aggiunge alle migliaia di testimonianze di come è stato vivere durante la guerra. Il vissuto di Nonna inizia con il descrivere la sua famiglia, suo fratello, fino allo scoppio della guerra, a cosa significasse essere ebrei e quale destino infame ci fosse per loro.
Le sue parole sono quelle di una bambina prima e di una donna dopo. Emozionante e toccante non rendono l’idea di ciò che sarà per voi sfogliare queste pagine.
Ve lo consiglio perché tra le righe c’è tutto; amore, dolore, disperazione e liberazione.
La nostra Serena si è cimentata in una lettura impegnativa che le ha catturato il cuore.
Buona lettura
Per cinquant'anni un terribile segreto è rimasto nascosto, chiuso dentro a un baule in soffitta: foto, documenti, pagine di diario. È il racconto drammatico e insieme commovente - dell'Olocausto visto attraverso gli occhi di una ragazzina che ha sperimentato sulla propria pelle la deportazione, la morte dei suoi cari, la liberazione dalla prigionia. Una ragazzina che però ha chiuso dentro al suo cuore questa tragica esperienza, senza farne parola con nessuno, nemmeno con il marito, per decenni. Finché, ormai anziana e prossima alla morte, ha deciso che il mondo dovesse conoscere la sua storia. Una voce vera e diretta dell'orrore nazista nelle sue semplici parole di bambina. Una storia di dolore, perdono, amore e perdita. Da non dimenticare, per non dimenticare.
“Henry Bannister incontrò Nonna Lisowskaja nel 1951. Non sapeva molto di lei quando accettò di sposarlo. Era una donna misteriosa con un segreto doloroso… un segreto che gli tenne nascosto per più di quarant’anni di matrimonio.
Una decina di anni prima che morisse, Nonna lo prese per mano e lo condusse nella soffitta della loro casetta a Memphis, in Tennessee.
«È venuto il momento», gli disse.”
Sin da bambina mi hanno insegnato che bisogna approcciarsi ai libri come ai nostri amici. Ogni volta che ne leggo uno nuovo, studio la trama, la copertina, lo “annuso”, per cercare di entrarci in sintonia. Con “Il mio diario segreto dell’Olocausto” è stato amore a primo tocco. La sua storia è straziante: Nonna Lisowkaja ha sperimentato sulla propria pelle il campo di prigionia, la perdita dei propri cari e infine l’agognata liberazione. Aveva scritto un diario, fogli che teneva ben nascosti in un cuscinetto che aveva tenuto sempre al suo fianco. Qui si snodano i suoi racconti, tra perdite, amori strazianti, la paura e il terrore.
“Questa storia orribile, che ho nascosto alla mia mente per così tanti anni, all’improvviso mi sovviene con altri ricordi che ora tornano in superficie uno a uno.”
Il libro si legge d’un fiato, ma ve lo spezzerà in più punti. Il racconto è crudo, realistico, emozionante. Nonna vi racconterà la sua esperienza, il suo vissuto, così come la narrerà al marito, l’americano che aveva sposato dopo la guerra. Aveva tenuto segreta la sua storia, fino al giorno in cui decide che il mondo doveva sapere.
Come era stato, cosa è stato.
“I RICORDI DI NONNA • Durante i lunghi anni di guerra, la Bannister preservò, nascoste nella tasca segreta del cuscinetto di tela a strisce bianche e nere, delle fotografie di sua madre.”
Questo è un pezzo di storia importante che si aggiunge alle migliaia di testimonianze di come è stato vivere durante la guerra. Il vissuto di Nonna inizia con il descrivere la sua famiglia, suo fratello, fino allo scoppio della guerra, a cosa significasse essere ebrei e quale destino infame ci fosse per loro.
Le sue parole sono quelle di una bambina prima e di una donna dopo. Emozionante e toccante non rendono l’idea di ciò che sarà per voi sfogliare queste pagine.
Ve lo consiglio perché tra le righe c’è tutto; amore, dolore, disperazione e liberazione.
5 stelle su 5
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