Recensione "Un delitto quasi perfetto - Jane Shemilt"

by - sabato, luglio 30, 2016

Buonasera, gioie dello scrigno.
Questa volta mi sono cimentata un un thriller, sì, adoro anche questo genere.
Sto parlando del nuovo romanzo di Jane Shemilt, targato Newton Compton.
Venite a scoprire se è riuscito a soddisfarmi come desideravo.




Sinossi    

     Emma e Adam Jordan sono due medici all’apice della carriera, così quando viene loro offerta l’opportunità di trascorrere un anno in Africa, con i tre figli, per collaborare a un progetto di ricerca, accettano con entusiasmo, convinti sia l’occasione che aspettano da sempre. E sarà di certo un’esperienza che non dimenticheranno, ma non per le ragioni che i Jordan immaginano. Quando una sera Emma torna a casa e trova vuota la culla del piccolo Sam, il più piccolo dei loro figli, la famiglia capisce che il sogno si è trasformato nel peggiore degli incubi. Un anno dopo, a migliaia di chilometri di distanza, Emma è ancora ossessionata dall’immagine di quella culla vuota, e continua a isolarsi sempre di più dal resto della famiglia. Che ne è stato di Sam? È ancora vivo? Si è trattato di un rapimento o di qualcosa di più inquietante? Cos’è successo davvero quella notte?         









 Recensione: 

Eccomi qui a parlarvi del romanzo di un autrice che con quello precedente mi aveva un po’ deluso sul finale. Quindi, parto dicendo che, fortunatamente, con questo non è successo. Qui è possibile venire travolti dalle mille domande fin dal primo capitolo, ovvero, da quando si legge che un bambino di soli quattro mesi è scomparso dalla sua culla.

Emma è Jordan vivono una vita tranquilla con i loro figli, a lui verrà offerta la possibilità di andare in Africa per un progetto di lavoro. Emma inizialmente non è molto entusiasta all’idea di lasciare il suo lavoro per seguire il marito, ma basterà una gita in Provenza per farle cambiare idea, sicura che sarà un’avventura e, soprattutto, sarà il momento ideale per essere più presente nella vita delle sue bambine. Eppure non va tutto secondi i suoi piani e se ne rende conto quando, al ritorno da una giornata di lavoro, suo marito le figlie e tutti coloro che lavorano nella sua casa sono nel panico totale. Il piccolo Sam è scomparso dalla sua culla. Da lì ogni sua prospettiva di una vacanza con la sua famiglia crollerà totalmente, vendendo sostituita dall’angoscia che una madre può provare per la scomparsa improvvisa di suo figlio.

Da lì è iniziata a venire fuori la mia vena da indagatrice. Sì, perché a me i thriller fanno sempre questo effetto, forse è anche per questo che mi sono appassionata a questo genere.
La casa di questa famiglia è colma di persone: la tata, il collega di Jordan, la donna delle pulizie, il vicino di casa, il professore privato e altre persone che si aggiungeranno in seguito. Insomma, non è di certo facile riuscire a capire quale di loro sia il colpevole, ho iniziato a dubitare praticamente di tutti, anche di un membro della famiglia e di un’amica di Emma in Inghilterra. Inizialmente avevo dubbi su tre persone tra queste, e sono andata avanti così quasi fino alla fine del romanzo. Okay, ve lo dico, uno di questi è il colpevole, ma ce n’è un altro ancora, che non è proprio un colpevole, ma che sapeva comunque tutto fin dall’inizio, lì sono stata fiera di me perché ho creduto fin da subito che c'entrasse qualcosa. Ma quando scoprirete chi è il vero e proprio colpevole ad aver architettato tutto, non potrete far altro che restare a bocca aperta, ma magari sarete più svegli di me da intuirlo a un certo punto. Purtroppo, anche se mi piacerebbe farlo, non posso dirvi troppe cose.
Quello che posso aggiungere è che Jane Shemilt ancora una volta ha avuto la capacità di farmi immergere completamente nella storia, tanto da farmi pensare durante la giornata, anche quando non leggo, a un presunto colpevole. Un thriller ricco di suspance, in cui non mancheranno anche dei meravigliosi colpi di scena. Ingredienti giusti per un romanzo di questo genere.
E sono felice di dirvi che sarà un finale, sì, inaspettato, ma anche molto soddisfacente. Quando so che un libro è autoconclusivo preferisco avere finali chiusi e non che mi lasciano con infinite domande, posso dire che questo mi ha fatto voltare l’ultima pagina con un sospiro di sollievo.

VOTO: 4 stelle su 5
Alla prossima, Arianna!

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